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Fondazione Gianni Ambrogio
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La cultura e l’arte possono sicuramente essere portatrici di benessere; aiutano ad osservare, a cogliere sfumature sottili di vita, a spaziare dentro le esperienze altrui, a farle proprie a sognare. A nostra volta a creare! Il nuovo Centro Culturale è nato come contenitore di eventi appunto….. culturali.
La fortuna a volte premia chi si rende disponibile a riceverla; nella fattispecie ha premiato l’Amministrazione Comunale, ha premiato i Cittadini tutti. Tanto che l’importante donazione del maestro Gianni Ambrogio unitamente ad un intenso e delicato lavoro dell’Amministrazione Comunale hanno permesso la costituzione della Fondazione che ha la propria sede proprio all’interno del Centro Culturale, sito in Piazza Municipio 42.
Monografia dell’artista
Gianni Ambrogio nasce a Treviso il 16 maggio 1928 da genitori calabresi ed è scomparso il 24 ottobre 2016.
Rivela precocemente una forte predisposizione alla creatività e all’età di sette anni esegue il primo quadro ad olio.
Frequenta il liceo artistico di Venezia senza peraltro accedere all’Accademia, non condividendone il sistema didattico attuato dai maestri di allora che rispondevano ai nomi di Guidi, Cesetti, Saetti e Cadorin, ritenendolo eccessivamente plagiante. Per tale motivo ama definirsi “autodidatta”.
Inizia ufficialmente il suo “curriculum” partecipando nel 1949 alla prima edizione del premio Taranto e risultando il più giovane espositore.
Da quel momento l’arte diventa la sua professione e deve superare momenti di angosciose difficoltà anche in ordine pratico per cui affianca all’attività artistica lavori di ogni tipo anche fra i più umili.
Più tardi ha l’opportunità di acquisire la tecnica dell’affresco lavorando per la Sovraintendenza ai monumenti di Venezia come restauratore.
Dirige quindi a Treviso tre gallerie d’arte. Soggiorna per brevi periodi a Parigi ed in Bretagna. Dal 1970 al 1982 tiene uno studio a Milano per meglio captare gli umori e i fermenti culturali della grande città. Vive abitualmente a Carità di Villorba, a pochi chilometri da Treviso, punto di riferimento e stimolo per un notevole gruppo di artisti, in cui esplica la sua attività di pittore, scultore e ceramista mantenendo frequenti contatti con i più importanti centri culturali nazionali e internazionali.
L’artista deve esprimere il senso del tempo che vive...
Ho percorso quasi interamente il secolo scorso e l’ho scavalcato entrando nel duemila lavorando con il consueto impegno ed entusiasmo.
Ho cercato di tenermi al di fuori dei circuiti di carattere prevalentemente economico-promozionale, preservando maggiore spazio alla cura della qualità del mio lavoro.
L’artista deve esprimere il senso del tempo che vive, attraversando simboli e metafore onde rappresentare una realtà riveduta che è altra rispetto alla consueta. Il messaggio dell’artista non può che essere poetico. Attenzione però, poesia è un termine che può disorientare e far credere sempre a qualcosa di sereno ed idilliaco. La poesia, soprattutto oggi, può manifestarsi tramite brani di vita o di cose tragiche, perché risiede tutta nella forza catarchica dei mezzi espressivi escogitati dall’artista. Il “paio di scarpe” vecchie e abbandonate di Van Gogh o il “bove squartato” di Rembrandt sono opere di poesia altissima non meno di un paesaggio di Corot o di qualche romantico tramonto. Non ci si deve illudere, l’opera d’arte non dispensa sempre quiete o serenità. Spesso aggredisce e scuote, provoca shock. Rivede e rinnova il modo di porsi davanti al monto. Esclude il banale, indaga nel profondo e disorienta proiettando nel mistero di altre realtà, rinforzando così la nostra volontà di vivere o sopravvivere. Di fronte ad essa abbiamo l’”obbligo” di gioire o inorridire, spesso senza sapere spiegarne il perché, dato che la sua lettura risulta quasi sempre difficile, ma porta ad esperienze di elevazione spirituale. Ecco quindi il problema dell’artista, costretto ad esprimersi in un certo modo e soltanto in quello, però desideroso di essere letto e adeguatamente fruito.
Per una serie di fortunate combinazioni, entro in contatto e sintonia con il Sindaco e Vicesindaco di Mareno. Espongo il mio problema e vengo immediatamente capito. Offro una parte consistente e importante della mia produzione artistica che ritengo patrimonio di valenza spirituale oltre che materiale in cambio di una sede adeguata e atta ad esporre stabilmente le mie opere che rimarranno a disposizione di quanti vorranno entrare in dialogo con esse. Quindi per merito di persone illuminate quali i signori Eugenio Tocchet e Stefano Donadello unitamente all’Assessore alla cultura Antonio Padoan e l’intera Giunta del Comune di Mareno di Piave, è nata la Fondazione a me intestata. Attraverso queste righe ho il piacere di ringraziare tutti con riconoscenza e affetto.
Gianni Ambrogio
Mostra di Ennio Finzi - video e immagini
Guarda pubblica il video dell'inaugurazione della Mostra di Ennio Finzi dell'11 dicembre 2016 presso la Fondazione Ambrogio.
Vedi anche l'articolo dedicato sul giornale online Qdpnews.it con le immagini pubblicate.